Lo sbarco in Normandia, metaforicamente, fu la più grande campagna di marketing laterale della storia

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Gli alleati, infatti, fecero tutto quello che il loro avversario non riusciva a pensare (e nemmeno ad immaginare):

– sbarcarono nel luogo più lontano e non in quello più vicino,
– inventarono un prodotto completamente nuovo che non era una nuova e letale arma ma bensì un’idea del genio civile che rese possibile l’impossibile: i “Mulberry”.

I Mulberry erano quegli immensi pontoni galleggianti che permisero di realizzare un vero e proprio collegamento “autostradale” tra l’Inghilterra e la costa normanna su cui transitarono mezzi e uomini. Lo sbarco non sarebbe mai stato possibile in un luogo così lontano dalla costa dell’Inghilterra senza questacreazione “laterale” ma avrebbe dovuto avere luogo a Calais dove se lo aspettavano i nemici.

 

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– Utilizzarono con estrema raffinatezza la comunicazione per confondere il nemico con un’abilissima strategia di depistaggio che gli fece credere sino in fondo che lo sbarco sarebbe avvenuto altrove; per essere ancora più credibili realizzarono paracadutisti giocattolo che lanciarono sul nemico, allestirono finte flotte e accampamenti fasulli (i satelliti non c’erano ancora ed esistevano solo i ricognitori aerei).
–  Infine ascoltarono con molta più attenzione. In quel caso il meteo che gli permise di intuire l’unico possibile squarcio di bel tempo per scatenare l’attacco. Ed in quello si lanciarono sorprendendo l’avversario che non disponeva e/o non aveva prestato sufficiente attenzione a quel piccolo dato meteo che fu invece determinante per l’esito della guerra. Il bel tempo terminò molto presto ma la sera del 6 giugno 1944 le truppe alleate erano già saldamente attestate in Normandia e la violentissima mareggiata che si abbatté sui Mulberry nei giorni successivi creò sì gravi problemi ma non modificò in alcun modo l’esito dell’operazione.

 

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