Il magico potere del riordino

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Non avevo mai letto “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo (Vallardi) ma mi ripromettevo di farlo in quanto immaginavo un legame profondo con il marketing e il management.
Il riordino come principio in sé, infatti, è una vera e propria forma di cultura ed una metodologia di approccio non solo alla vita ma anche, chiaramente, al business.

L’autrice oltre ai noti corsi per “casalinghe disperate” (viene da ridere…) tiene lezioni per manager (disperati?) dal titolo “Lezioni di riordino e organizzazione per uomini d’affari” che rappresentano un’esperienza molto ambita dai businessman giapponesi.

Con piglio e grazia decisamente nipponici, Marie ci conduce in una dimensione del pensiero tanto pragmatica quanto affascinante: “volevo condividere con voi la sensazione che si prova lasciando andare, una dopo l’altra, le cose che hanno fatto il loro corso….ma, sopra ogni cosa, volevo condividere la sensazione di purezza nell’aria che si diffonde in una stanza appena riordinata”.

Questa filosofia del reset che permette di liberare la mente salutando le cose che ormai non servono più, gli abiti che non si mettono da anni, i soprammobili infilati in qualche scatola che non si ricorda neanche più di avere, ci permette di focalizzare il vecchio inteso non solo come oggetti inutili ma anche e soprattutto come comportamenti, nel nostro caso li chiamerei approcci e modalità di marketing, ormai obsoleti, e di focalizzarci invece su quei pochi elementi giovani e vitali che ci possono far agire con successo a mente sgombra con nuove modalità.

Il riordino di una stanza è prima di tutto riordino mentale: in una fase dell’economia mondiale così difficile, caotica, imprevedibile nella quale è necessario e assolutamente vitale ripensare a tutti i nostri comportamenti, abbandonare i vecchi modelli (alias vecchi vestiti) per poter gustare “la sensazione di purezza” che viene dall’osservare il mercato con occhi nuovi e dall’agire con le spalle libere da scaffali e armadi pieni di cose inutili.

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